venerdì 19 giugno 2009

Laelia anceps

La Laelia anceps si sviluppa in Messico ed è la specie più coltivata del genere Laelia. Gli pseudobulbi sono ovoidi e leggermente appiattiti, misurano dai 6 ai 30 cm e terminano con 1- 2 foglie coriacee. E’ un’erbacea perenne che durante la stagione invernale assume una colorazione tendente al rosa. La Laelia anceps può superare anche il metro di altezza e le ramificazioni tendono a svilupparsi verso il basso.

L’infiorescenza è racemosa e raggiunge anche i 30 cm con un quantitativo di circa 8 fiori più piccoli rispetto al genere Cattleya (genere affine sotto molti aspetti al genere Laelia), ma dalle colorazioni vivaci e intense. Il colore dei sepali e dei petali comprende una molteplicità di colri che va dal rosa-porpora al viola-rosa o bianco. Il labello è costituito da tre lobi di color porpora con strisce rosse. La fioritura avviene nel periodo che va da dicembre a gennnaio.
Laelia anceps


Luce
la Laelia anceps richiede un buon quantitativo di luce, ma deve essere esposta in un luogo semiombreggiato in maniera tale che l’orchidea riceva luce solare durante le ore più fresche della giornata. Individuate come collocazione un posto ventilato in questa maniera soprattutto durante le ore più calde della giornata la pianta potrà trovare sollievo mediante la naturale ventilazione e attraverso le nebulizzazioni fogliari che andrete ad effettuare giornalmente.

Temperature
non ama le temperature elevate, quindi durante l’estate e soprattutto nei periodi più caldi oltre ad individuare una collocazione esterna “fresca” (esporla a nord est o nord ovest) favorite l’umidificazione ambientale seppur minima e quindi predisponete argilla espansa ed acqua nei sottovasi e garantite vaporizzazioni fogliari giornaliere. Naturalmente l’orchidea in estate può essere tenuta anche all’interno delle abitazioni scegliendo un luogo luminoso ma riparato dai raggi diretti del sole e dotato di una buona circolazione d’aria. Anche se tenuta nei luoghi domestici la pianta va vaporizzata.
In inverno lasciate la pianta in un luogo con temperature intermedie e quindi tra i 16 ed i 20°C . e con un buon livello d'illuminazione.

(foto: fonte http://www.flickr.com/photos/idalecio/1261845041/)


Innaffiature ed umidità
nella stagione primaverile ed estiva la Laelia anceps va innaffiata generosamente ma bisogna permettere alle radici di asciugare quasi completamente tra un‘innaffiatura e l‘altra. Nei periodi più caldi, quando il substrato asciuga nel giro di 1-2 giorni, è bene effettuare innaffiature tramite immersioni in maniera tale da permettere al substrato di impregnarsi d’acqua garantendo così una maggiore riserva d’acqua, analogo discroso per il bark nuovo soprattutto se il bark contenuto nel vaso è nuovo e quindi dotato di una minore capacità di ritenzione idrica.

Consiglio: se il substrato non è nuovo in seguito alle innaffiature tramite immersione potrebbe restare zuppo d’acqua per 2-3 giorni, ciò potrebbe rivelarsi deleterio per le radici scatenado malattie crittogamiche nonostante le alte temperature, procedete, pertanto, con normali innaffiature dall'alto.


In autunno/inverno la pianta deve osservare un leggero periodo di riposo conseguentemente le innaffiature vanno ridotte drasticamente e sostituite con leggere e sporadiche vaporizzazioni delle foglie e delle radici specificali.

Fertlizzazioni
la Laelia anceps va concimata con leggere dosi di fertilizzante soprattutto nei periodi di crescita e quindi a partire dalla primavera fino ad estate inoltrata. Durante l’autunno/inverno non concimare. Consulta l'argomento
concimazioni.

Rinvaso
come substrato il bark di piccola pezzatura è ottimo; il vaso non deve essere eccessivamente grande ma garantire la radicazione in un modesto spazio. L’utilizzo di un vaso di coccio permette all’apparato radicale di svilupparsi in un ambiente aerato.



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mercoledì 17 giugno 2009

Ascocentrum ampullaceum, un piccolo gioiello color magenta.

La bellezza di questa orchidea risiede nella compattezza della pianta, nelle dimensioni ridotte e nelle infiorescenze generose e dai colori scintillanti. Le foglie crescono in maniera compatta e si contraddistinguono per le estremità frastagliate e per le molteplici pigmentazioni violacee che aumentano in base all’intensità luminosa; i fiori sono color magenta e appaioni su steli fiorali che si dipartono dalla base delle ascelle fogliari e portano all'incirca una quarantina di fiori. I fiori ricoprono buona parte dello stelo fin quasi alla base, l’infiorescenza si presenta quindi generosa e molto appetibile agli occhi degli appassionati orchidofili, soprattutto per quelli che dispongono di spazi ridotti.



L’ascocentrum ampullaceum gradisce una buona illuminazione e temperature intermedie. Vegeta nei boschi decidui tra i 300 ed i 900 metri in zone con discreti quantitativi di luce, buona umidità e temperature da serra intermedia. L’Ascocentrum ampullaceum è stato utilizzato in numerose ibridazioni grazie alle quali è stata creata una nuova orchidea denominata “Ascocenda kangla” frutto dell’ibridazione tra Vanda coerulea e Ascocentrum ampullaceum.

Luce
necessita di un buon quantitativo di luce, pertanto l’esposizione ad est o sud ovest è l’ideale facendo attenzione ad eventuali scottature fogliari.


Temperature
gradisce temperature intermedie: in estate le temperature ideali dovrebbero essere contenute tra i 22 ed i 24 °C ma comunque qualche grado in più è ben tollerato, l’importante è garantire un buon livello di idratazione radicale ed una buona umidificazione attraverso innaffiature generose e vaporizzazioni dell’apparato fogliare; in autunno/inverno occorre sottoporre l'orchidea a temperature più fresche tra i 20 ed i 18°C.

Umidità
se coltivata in vaso con bark, oltre alle nebulizzazioni è possibile utilizzare un sottovaso con argilla espansa ed un filo d’acqua per umidificare foglie e radici, mentre se la si coltiva appesa o su zattera vaporizzate giornalmente l’apparato radicale e le foglie soprattutto durante l’estate .


Innaffiature
nel corso della stagione estiva innaffiate con generosità con acqua demineralizzata facendo asciugare leggermente le radici tra un’innaffiatura e l’altra. In autunno/inverno la pianta osserva un leggero riposo e quindi le innaffiature dovranno essere diradate e la quantità d’acqua diminuita.
Consiglio: durante l’autunno/inverno o quando le temperature non sono alte anziché bagnare dall’alto aiutatevi con uno spruzzino vaporizzando acqua sulle radici nude oppure vaporizzazndo acqua sul bark che man mano defluirà all'interno del vaso (per quelle invasate in corteccia).


Fertilizzazioni
richiede buone fertilizzazioni soprattutto durante la primavera e l’estate, mentre durante l’inverno queste dovranno essere minime e quindi somministrate una massimo due volte al mese.
Consiglio: a partire dalla primavera le concimazioni oltre che essere effettuate tramite normale somministrazione, quindi attraverso le classiche innaffiature dall’alto o per immersione, possono essere effettuate diluendo una piccola dose di concime liquido nell’acqua utilizzata per le vaporizzazioni, in questa maniera sarà possibile vaporizzare le foglie e apportare nutrimento alla pianta mediante concimazione fogliare.


Vedi anche

Ascocentrum



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lunedì 1 giugno 2009

Substrati di coltivazione: il "terriccio" per le orchidee

In vendita esistono molti substrati di coltivazione tra i quali il più utilizzato è certamente il bark.
Il bark, ovvero la corteccia di pino/abete, può essere utilizzato singolarmente o miscelato con altri substrati di coltivazione tra i quali la torba, lo sfagno, l'argilla, la carbonella, il polistirolo ecc.
In commercio non è facile reperire il bark specifico per orchidee adeguatamente deresinato e di diverse pezzature, nei garden, infatti, è possibile trovare o il bark per pacciamatura o il classico sacchetto con substrato per orchidee contenente anche torba che ,come detto già svariate volte, è inadatto e deleterio per le radici.
Il bark può essere utilizzato come unico substrato oppure lo si può miscelare con ciuffi di sfagno, muschio di sottobosco sfilacciato e piccoli grumi di torba di sfagno.
L'argilla espansa è un materiale che viene spesso utilizzato sul fondo dei vasi per favorire e migliorare il drenaggio.
I lapilli vulcanici sono utilizzati al posto del bark nel caso di orchidee litofite con pezzatura piccola- media e grande.
Lo sfagno lo si utilizza sia per la coltivazione in vaso sia per quella su zattera. Le orchidee coltivate in vasi con solo sfagno possono soffrire di eccessi idrici che possono far marcire le radici poichè lo sfagno tende a trattenere un elevato quantitativo d'acqua. Sulle zattere lo sfagno è utilizzato per fornire uno strato di umidità alle radici.
La carbonella vegetale è ricca di vegetali e può essere utilizzata aggiungendola in piccole quantità.

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